ANALOGIE FUNZIONALI TRA SISTEMA LINFATICO E SISTEMA CEFALO-RACHIDIANO UNA PROPOSTA DI TRATTAMENTO OSTEOPATICO INTEGRATO PER IL CONTROLLO DEL DOLORE

ANALOGIE FUNZIONALI TRA SISTEMA LINFATICO E SISTEMA CEFALO-RACHIDIANO UNA PROPOSTA DI TRATTAMENTO OSTEOPATICO INTEGRATO PER IL CONTROLLO DEL DOLORE
Tesi di: Amati Annunziata
Relatore: Michelangelo Pavone D.O. B.Sc.
2016-17

ABSTRACT
Still, padre fondatore della Osteopatia mondiale, ha sempre confutato la teoria che nel corpo umano vi siano tutti gli elementi per poter giungere alla autoguarigione.
Siano presenti cioe’, oltre ai liquidi funzionali biologici, anche liquidi terapeutici, droghe, oli lubrificanti, oppiacei, acidi ed antiacidi necessari al suo benessere sia fisico sia psichico.
Il concetto che tra i vari liquidi presenti nell’organismo possano esistere delle analogie sia funzionali sia costituzionali mi ha portato a compiere questo lavoro di ricerca in materia Osteopatica, anche ad integrazione e completamento delle mie conoscenze in ambito medico.
Tra i liquidi corporei si hanno similitudini costituzionali e funzionali ed in particolare si hanno tra linfa, liquido cefalorachidiano e plasma sanguigno, come tra l’altro dimostrato di recente da studi condotti presso la University of Virginia (UVA), School of Medicine (University of VirginiaHealth Sistem).
I risultati di tali studi sono stati pubblicati nel giugno del 2015 sulla prestigiosa rivista Nature.
Tutti i liquidi corporei sono assimilabili all’acqua che nel passaggio attraverso membrane tissutali, condotti e substrati organici interagisce con le sostanze con le quali entra in contatto arricchendosi e bio- diversificandosi.
Cosi l’acqua acquisisce capacità di trasmissione di informazioni tra i vari elementi biologici e capacità di scambio di sostanze ioniche, sviluppando una funzione biologica e biodinamica di vitale importanza, conservandola attraverso l’orientamento dei propri dipoli nella cosiddetta “memoria dell’acqua”, stipulata da Jacques Benveniste, tanto vituperata dal mondo scientifico ufficiale.
Secondo questa teoria l’acqua cambia la propria polarita’ in base al soluto, mantenendola se succussata anche dopo la rimozione del soluto stesso.
Le succussioni orientano i dipoli adattando l’acqua ad ogni necessita’.
Di tutti i fluidi corporei il più nobile è il liquor cefalorachidiano, sia per sede sia per funzioni.
Esso ha la funzione di nutrire e proteggere le cellule del sistema nervoso. Scorrendo nello spazio compreso tra il Sistema Nervoso Centrale e le meningi che lo avvolgono è anche carrier di ormoni, enzimi ed anticorpi.
E’ stato osservato che il LCR è presente nel sistema venoso, nelle fasce muscolari e nella linfa coesistendo con essi; esso è praticamente distribuito in tutto il corpo ed influenza con la sua attività tutte le funzioni dell’organismo.
Scopo di questo lavoro è una valutazione delle funzioni che lo stesso ricopre nella economia dei liquidi corporei, specie in rapporto con la linfa e le applicazioni delle metodiche osteopatiche nelle disfunzioni da eccesso di accumulo linfatico complicato da sindrome algica compartimentale, in associazioni ed a complemento alle metodiche fisioterapiche tradizionali. Le caratteristiche quali composizione chimica, distribuzione, capacità di diffusione e proprietà fisiche comuni tra loro, forniscono la possibilità di proporre un protocollo di trattamento osteopatico integrato e associato alle tecniche tradizionali di fisiokinesiterapia, quali rieducazione funzionale e linfodrenaggio manuale con o senza bendaggio adesivo-elastico degli arti, per il trattamento degli edemi linfatici localizzati degli arti di varia origine e natura e per il dolore da stasi e da deafferentazione.
Nella mia esperienza il trattamento tradizionale risultava efficace per la risoluzione del danno estetico e funzionale ma poco efficace per il trattamento del dolore agli arti .
Il termine edema deriva dal greco “oidema” che letteralmente significa “gonfiore”.
L’aumento di volume del distretto interessato, e quindi il gonfiore, è dell’edema il suo aspetto clinico più evidente.
Più correttamente si intende per edema una infiltrazione sierosa dei tessuti a livello cutaneo o mucoso regredibile o meno, secondaria ad insufficienza linfatica.
Lo scopo del trattamento osteopatico del sistema linfatico è quello di ottenere un sistema equilibrato in omeostasi con i distretti correlati applicando tecniche con obiettivo la rimozione degli impedimenti e l’aumento della circolazione linfatica, associando un trattamento preliminare che permetta l’aumento della ossigenazione tissutale tramite intervento diretto sul diaframma, che per la sua sede elettiva funge da spartiacque tra i distretti superiori ed inferiori dell’organismo.
Per ciò che concerne queste ultime difatti alcuni studi hanno dimostrato in particolare l’utilità del pompaggio del quarto ventricolo per favorire la circolazione linfatica.
La tecnica usata è la compressione del IV ventricolo che utilizza le forze biodinamiche, bioelettriche e biochimiche del liquido cefalorachidiano per accelerare gli scambi vitali.
Questo dinamismo energetico migliora la nutrizione cellulare, l’evacuazione, il recupero dei tessuti e la circolazione linfatica.
Esso stimola il potenziale di guarigione del corpo, ed accelera tutti i processi fisiologici con effetti pressoché immediati.
Le nuove acquisizioni in ambito anatomico e funzionale circa la correlazione diretta anatomica tra sistema linfatico e sistema cefalorachidiano (presenza di vasi linfatici cerebrali connessi con il sistema linfatico periferico) hanno giustificato l’esito positivo della tecnica da me proposta, ed in seguito illustrata, mediante il passaggio “facilitato” dal centro verso la periferia di endorfine oppioidi naturali a catena corta normalmente presenti nel liquido cefalorachidiano, con azione sul controllo del dolore.
La casistica clinica riguarda un numero di 10 pazienti di sesso femminile, 8 delle quali giunte in ambulatorio per il trattamento di linfedema secondario
ad intervento chirurgico (oncologico e non), complicato da dolore persistente e resistente a FANS e 2 affette da linfedema primitivo degli arti. I risultati ottenuti sono stati a dir poco incoraggianti, con una riduzione media del dolore di un punteggio VAS pari a 3.
Il protocollo proposto:
– anamnesi anche per la individuazione di controindicazioni al trattamento (iperpiressia, tumori in fase di ripresa, fratture ossee)
– esame obbiettivo per la ricerca di eventuali restrizioni anatomiche e fasciali correlate al decorso dei grossi vasi linfatici ed arterovenosi in corrispondenza dei punti di intersezione tra i condotti (linee spartiacque).
– normalizzazione del sacro e dell’iliaco per facilitare il deflusso linfatico dagli arti inferiori
– normalizzazione rachide lombo-dorso-cervicale
– normalizzazione delle tre fasce cervicali
– normalizzazione del muscolo succlavio
– normalizzazione della fascia clavi-coraco-ascellare
– apertura dell’OTS (specie a destra per il dotto toracico superiore) – normalizzazione del tendine centrale
– normalizzazione dei 5 diaframmi
(con particolare attenzione vs diaframma pelvico e toraco-addominale) – detensione delle membrane encefaliche
– drenaggio dei seni venosi
– drenaggio del IV ventricolo

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